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La pratica agricola della vite ad alberello Patrimonio Unesco

La chiamano agricoltura eroica perché sfida condizioni ambientali estreme, legate alla costante presenza dei venti e alla scarsa piovosità, compensata da una forte umidità. Grazie alla dedizione dell'uomo si ottengono frutti straordinari, unici. Nel susseguirsi delle generazioni, è stato possibile perfezionare pratiche di resistenza alla fatica, di cura delle piante, di adeguamento alla varietà del suolo, che sono la forza della cultura rurale pantesca.

Nel 2014 l'Unesco ha riconosciuto l'importanza e l'unicità della "Pratica agricola della vite ad alberello" iscrivendola nella Lista del Patrimonio Immateriale dell'Umanità. È la prima volta che una pratica agricola consegue questo riconoscimento.

La vite, nella forma dell'alberello pantesco, viene coltivata in conche profonde circa 20 cm, utili per accumulare l'acqua piovana e proteggere i grappoli dal vento. La tecnica di coltivazione, introdotta dai fenici, è particolarmente articolata e prevede esclusivamente l'intervento della mano dell'uomo, fino alla vendemmia che comincia a fine di luglio. Le uve zibibbo, ricavate da questi vigneti, rappresentano la materia prima per la vinificazione del pregiato Passito di Pantelleria.

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